Cecilia Zucca e la sua famiglia continuarono, anche negli anni della fuga dalla campagna verso la città, l’attività agricola a Cocconato che insieme alla vigna, seguendo gli orientamenti dell’economia monferrina, si completava con l’allevamento del Fassone piemontese, la razza bovina da cui si ottiene una delle carni più pregiate al mondo.
Al tempo a Cocconato rimase vivacemente attiva un’importante azienda vitivinicola, la Dezzani, presso i cui uffici Cecilia venne assunta come impiegata.
Cecilia Zucca e la sua famiglia continuarono, anche negli anni della fuga dalla campagna verso la città, l’attività agricola a Cocconato che insieme alla vigna, seguendo gli orientamenti dell’economia monferrina, si completava con l’allevamento del Fassone piemontese, la razza bovina da cui si ottiene una delle carni più pregiate al mondo.
Al tempo a Cocconato rimase vivacemente attiva un’importante azienda vitivinicola, la Dezzani, presso i cui uffici Cecilia venne assunta come impiegata.
“Avevo finito le magistrali e il mio sogno era quello di frequentare l’Isef. Tuttavia era sempre rimasto forte il legame con la natura, con la terra, con i ritmi di questo paese di cui coglievo anche le potenzialità turistiche. Nei racconti delle persone la memoria della vocazione di queste colline per la produzione di vino di qualità era nostalgicamente presente.
Erano queste le riflessioni da cui partì il filo conduttore che cominciò ad accomunare tensioni e pulsioni emotive… Queste adagio adagio divennero una vicendevole e condivisa passione tra me e Luigi, che seguiva allora con i fratelli l’impresa vinicola di suo padre Romolo”.
“Avevo finito le magistrali e il mio sogno era quello di frequentare l’Isef. Tuttavia era sempre rimasto forte il legame con la natura, con la terra, con i ritmi di questo paese di cui coglievo anche le potenzialità turistiche. Nei racconti delle persone la memoria della vocazione di queste colline per la produzione di vino di qualità era nostalgicamente presente.
Erano queste le riflessioni da cui partì il filo conduttore che cominciò ad accomunare tensioni e pulsioni emotive… Queste adagio adagio divennero una vicendevole e condivisa passione tra me e Luigi, che seguiva allora con i fratelli l’impresa vinicola di suo padre Romolo”.
“È un confronto aperto tra me, mio marito ed enologo Luigi e le mie figlie Eleonora e Maria Sole.
In famiglia e in azienda si discute molto su come intervenire in vigna e in cantina. Io ho davanti mio padre che seguiva le tradizioni e sono convinta che oggi il futuro debba cogliere quella parte di passato che si fa attuale diventando pertanto innovativo.
L’impiego dei metodi che si avvicinano alla biodinamica è un’occasione in più che ha un’azienda piccola per proporre un’alternativa diversa rispetto alle grandi produzioni e permette di realizzare un vino affascinante che è la diretta espressione della terra in cui nasce”.
“È un confronto aperto tra me, il nostro agronomo e Luigi. In famiglia e in azienda si discute molto su come intervenire in vigna e in cantina. Io ho davanti mio padre che seguiva le tradizioni e sono convinta che oggi il futuro debba cogliere quella parte di passato che si fa attuale diventando pertanto innovativo.
L’impiego dei metodi che si avvicinano alla biodinamica è un’occasione in più che ha un’azienda piccola per proporre un’alternativa diversa rispetto alle grandi produzioni e permette di realizzare un vino affascinante che è la diretta espressione della terra in cui nasce”.